Titolo opera: “Vive”
Xerra cancella sezioni della realtà, pone in rilievo figure secondarie, aspetti marginali, Xerra dunque vuole recuperare
una sezione del mondo che è cancellata, che è rimossa; esaminando i dipinti antichi che sono frammentati e ricomposti, le sezioni isolate di quelli, i «vive», insomma che Xerra dispone sulla loro
superficie di racconto, si scopre che è sul rimosso, sul marginale che si appunta il suo interesse. Dunque il sistema della cancellatura e dell’affioramento dei particolari è un modo per
recuperare ciò che viene escluso, esattamente come lo specchio al posto dell’immagine sulla pietra tombale era un modo per recuperare il fatto della nostra stessa morte, un fatto
cancellato.
ARTURO CARLO QUINTAVALLE
Codice: 098
Artista: William Xerra (18 gennaio 1937) Firenze – Gruppo 63
Anno opera: 1973 (geiger, maggio 1976)
Nazione: Italia
Supporto: carta intelata
Tecnica: tecnica mista
Dimensioni: 48,5x70 cm
Stile: poesia visiva, nuova scrittura.
Corrente artistica: neoavanguardia
Descrizione: firmato sul fronte dall’autore,
Biografia:
È nato a Firenze nel 1937, vive a Ziano Piacentino. Ha esordito a metà degli anni Settanta con una serie di opere informali. Nel 1967 approda alla poesia visiva grazie anche alla frequentazione di poeti e intellettuali maturati nell'ambito del Gruppo '63. Negli anni Settanta, tra happening, performance e video, concepisce una serie di opere più strettamente "concettuali" come i "poemi flipper" in collaborazione con Corrado Costa. Il 1972 è l'anno in cui compare il segno del Vive che accompagnerà, anche se a fasi alterne, tutta l'opera di Xerra. La sua prima mostra (Parole sui muri, Fiumalbo) risale al 1967, inizio di un susseguirsi di numerose mostre in Italia e all'estero, tra le quali al Museum of Modern Art di New York (1993) e alla XIV Biennale di Venezia (1993). Molto noto, dunque, come pittore e come artista visuale, ma di lui va ricordata anche la produzione poetica: All'altra estremità del campo (Edizioni Geiger, 1979); Innesto (Ant. Ed., 1972); Antologia (Ed. Pari & Dispari, 1972); Oltre l'immagine riflettente (Geiger, 1973); Contiamo i minuti (Edizione dell'Autore, 1976); Verifica del miracolo (Scheiwiller, 1976); Vive (Geiger, 1976); Area di riporto (id., 1978); Fallografia (Edizione Propria, 1982); Il Triplano (id.).
Il Gruppo 63, definito di neoavanguardia per differenziarlo dalle avanguardie storiche del Novecento, è un movimento letterario che si costituì a Palermo nell'ottobre del 1963 in seguito a un convegno tenutosi a Solunto da alcuni giovani intellettuali fortemente critici nei confronti delle opere letterarie ancora legate a modelli tradizionali tipici degli anni cinquanta. Fu Luigi Nono a suggerire il modello del Gruppo 47, movimento culturale nato a Monaco di Baviera appunto nel 1947.
Del gruppo facevano parte poeti, scrittori, critici e studiosi animati dal desiderio di sperimentare nuove forme di espressione, rompendo con gli schemi tradizionali.
Richiamandosi alle avanguardie degli inizi del secolo, il Gruppo 63 si richiamava alle idee del marxismo e alla teoria dello strutturalismo. Senza darsi delle regole definite (il gruppo non ebbe mai un suo manifesto), diede origine a opere di assoluta libertà contenutistica, senza una precisa trama (ne è un esempio Alberto Arbasino), talvolta improntate all'impegno sociale militante (come gli scritti di Elio Pagliarani), ma che in ogni caso contestavano e respingevano i moduli tipici del romanzo neorealista e della poesia tradizionale, perseguendo una ricerca sperimentale di forme linguistiche e contenuti.
Ignorato dal grande pubblico, il gruppo suscitò interesse negli ambienti critico-letterari anche per le polemiche che destò criticando fortemente autori all'epoca già "consacrati" dalla fama quali Carlo Cassola, Giorgio Bassani e Vasco Pratolini, ironicamente definiti "Liale", con riferimento a Liala, autrice di romanzi rosa.
Il Gruppo 63 ebbe il merito di proporre e tentare un rinnovamento nel panorama piuttosto chiuso della letteratura italiana, ma il suo aristocratico distacco dal sentire comune e la complessità dei codici di comunicazione ne fecero un movimento élitario, accusato di cerebralismo. Inoltre, alcune accuse contro i "conservatori" della letteratura, poi con il tempo riconsiderate, furono amplificate dai giornali e dagli stessi avversari.
Mostre personali e collettive (selezione):
1990
Milanopoesia, Spazio Ansaldo, Milano.
Galleria Mazzocchi, Parma
1991
Centro Domus, Milano
Museo d'Arte Moderna, Bolzano
Steffanoni arte contemporanea, Milano.
1992
Galleria Adelphi, Padova
Collezione Banca Commerciale Italiana, Milano.
1992
The Artist and the book in Twentieth-century Italy
Museum of Modern Art, New York
1993
XLV Biennale di Venezia. Biennale di Chicago.
the Museum of Architecture and Design.
Galerie La Hune Brenner, Parigi
Arundel Book, Los Angeles
1994
Artivisive, Roma
Osservatono Singolare Rocca Paolina, Perugia, Città di Pieve
Istituto Italiano di Cultura, Ankara
Cinderella's revenge, Smith's Gallery, Londra
Nuova Scrittura, Spazio COMIT, Milano.
1995
Galerie Lara Vincy, Parigi
II sogno del cavallo, Cassero Senese, Grosseto
Abitare il Tempo, Ente Fiere, Verona
Nel segno dell'angelo, Galleria Bianca Pilat, Milano
Chicago. Sordello da Goito poeta
Torre Civica, Goito.
1996
Bianca Pilat arte contemporanea, Milano
Istituto Italiano di Cultura, Chicago
Galleria Adelphi, Padova
Artist Books, Galleria Martano, Torino
Frammenti nel tempo, Galleria Ex-Macello
Comune di Padova, Padova
1997
Pinacoteca di Palazzo Farnese, Piacenza
1998 "1897-1997
Palazzo della Ragione, Mantova
Valmore studio, Vicenza.
Santa Maria della Scala, Siena.
Comune di Maranello
Galleria Adelphi, Padova
1999
Galleria d'Arte Moderna, Torino.
Spazio Consolo, Milano.
Pubblicazioni:
È presente nei seguenti numeri di «Risvolti»: n. 6, maggio 2001 (Dov'è puntato il dito - intervento creativo).